Ieri la luce sapeva di maggio
oggi, ruotata di nuovo la noia,
l'arranco umano sbanda sgola, lascio.
Io, me, nel momento X della storia
è di questo brillare in un bel fascio
la boria autunnale, la mia gloria
controsole tagliente,
è di questo travalico di gente
che io, me, temo morte
tantissima, valanghiva, paziente
non-più-qui di quel che
vociava, rumoreggia-
-va:
novembri ammantano la nostra reggia
l'accento del sole che non cascava
fra le rughe di paesaggi d'asfalto.
Il momento ìcs da questo mio spalto
di sole non salava
non speziava, non condiva la vita
che verrà: zero opportunità. Dita
tracciavano
ora me, io, ammanto
la gran fine con un ultimo canto.