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Claudio Morelli
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De photography...
oggi giro sui blog fotografci di tizio e caio...alla ricerca di qualche idea interessante...di qualcosa di colorato da vedere e di cui avere il gauuddium...ma ho trovato ciò che di peggio potessi...La cosa che più mi infastidisce è questa incredibile certezza di trasmettere con le immagini perchè si sta mettendo un cubo nero nel bianco o perchè invece di fotografare a un metro si dimezzano le distanze di fuoco. Pensare che devo combattere ogni giorno per veder riconosciuto il mio lavoro come professionale, in particolar modo in un posto dove di immagine veramente capiscono un cazzo e dove sembra che quello che fai non è un lavoro vero. Ecco, forse la considerazione per noi che cerchiamo di studiare, approfondire, curare davvero l'aspetto estetico delle nostre fotografie, è prprio per l'esistenza di questi "amatori" che viene affossata sotto una pila di commenti infamanti della serie "che ci vuole a fare una foto...basta premere un pulsante". Riprendere un soggetto drammatico non è fare una bella foto...è solo capacità di accorgersi di un soggetto drammatico, ma scattare una foto drammatica e saperla riconoscere, comporre, esporre e lavorare con attenzione, facendo proprie quelle regole indispensabili che ogni giorno quelli come me approfondiscono con la conoscenza dei più bravi, delle buone letture e dell'osservazione delle immagini. E' per questo che non me ne frega un cazzo di fotografare cose belle, ma mi interessa solo provare a fare belle foto...

haloa
morè
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Per il riassunto (non proprio riassunto) delle puntate precedenti c'è bellaciao85.spaces.live.com/
Nel frattempo passiamo alle cose nuooove...

...l'aria che tira di me...english man in naples...forse troppo in naples...che mi ascolto quella vera di canzone di sting, parte strana con un one two three four...in una versione diversa dal solito, molto bella. Ma prima di far apparire il mio diario come una recensione di mollica al tg1 dell'ultimo schifoso film giapponese che per magia diventa così affascinante da farte venire la voglia di mangiare caramelle al pesce tenendo il sorriso sulle labbra...passo avanti.
L'altro giorno è morto un'altro uomo...è morto un polizziotto...uno di quelli allo stadio che ce ne sempre troppo pochi tanto che io dico sempre: "cazzo me ricordo quando andavo a fare le manifestazione qui a napoli o a roma ed erano centinaia poi sullo stadio dove sono tutti delinquenti...son tre gatti"...bhè mistero della fede, fatto sta che dopo sta storia gli amici di Emblema mi hanno fiondato fuori al sampaolo a fotografare la gente che non c'era...e te dici come la fotografo se non c'è??? poi dicono che i direttori sono tutti particolari. In compenso fuori allo stadio ho trovato dei tipi che giocavano con delle motociclette telecomandate fantastiche che te verrebbe di guardarle tutta la vita tanto che vanno forte...quando mi sono fermato lì ho incontrato A. uno grosso con la faccia del bravo ragazzo che mi ha raccontato tutto sul che vuol dire essere ultras e andava avanti e ogni tanto si fermava per paura che potessi spifferare tutte le cose che mi diceva...e me ne ha raccontate tante.

ogni volta mi fermo a metà....
chissà come mai
haloa
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Milaaaan

1 min read
And so...it's my 3th visit in fantastic Milan in these months...
only one fotoshooting in this time...and the only one with very beautyful claraaaaaaaa!!!!! As ever...milan is the best city in italy to make photographs....for its weather and atmosphereeee.

thanks to duff russo for her fantastic styylleeee
see you in naples for sat

halooaaa
morè
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Italian...for italians...
thanks for the attention

Dove finisce l'umanità può iniziare la vita nuova...ma dove questa vita nuova non inizia e compare solo la morte allora vuol dire che abbiam fallito tutti.

Abbiamo fallito quando pensavamo che si potesse recuperare, quando abbiamo iniziato a voltare il viso verso altri interessi, troppo diversi dal procedere sulla via della coerenza. Abbiamo sbagliato a non avere paura avanti alle armi, o ad essere spavaldi camminando per i vicoli disastrati e malfamati della nostra città. Abbiamo sbagliato a pensare che le cose sarebbero cambiate, perché in realtà non lo volevamo. Non volevamo che cambiassero ne volevamo che finissero, in nostro desiderio era solo la continua reiterazione di questo male, questo cancro che ci sta mangiando, e di giorno in giorno porta via come un ladro nella notte un pezzo della nostra vita.

E qualche volta abbiamo sperato di poterlo contrastare con la terapia, con la chirurgia, con l'analisi. Ma la medicina ordinaria non funziona, ed è evidente che non avrebbe mai funzionato, ma è meno dolorosa, sicuramente meno dolorosa dell'ammettere che la causa di quel cancro non era esterna, ma era proprio dentro di noi, congenita. Farla andar via vorrebbe dire rinunciare ad un pezzo di noi stessi, vorrebbe dire distruggere la razza, compiere un olocausto, non funzionerebbe. E allora cosa fare? Se estirpare è troppo difficile ed il cancro si è ormai tanto diffuso e persino legittimato da un sentimento democratico solo nella convenienza allora non c'è che porvi fine con la sua esclusione...con il distacco della parte malata dalla parte sana, fino a che questa diventi la maggiore e sia capace di sostenersi da se.

C'è chi ha preso la democrazia come un valore in se, la libertà come un valore in se, io non ci credo. Io credo solo che la politica sia una continua lotta tra il bene e il male...e che il bene lo vogliate chiamare Dio e il male Anticristo, per me va bene, mi va bene che lo chiamate Allah o Diavolo, Giuda o Demonio, per me fa esattamente lo stesso. Per me politica è far trionfare il bene sul male. Ma il bene di chi? Il bene per me? Il bene comune? Il meno attento e forse il più ignorante dei relativisti obietterebbe che il bene mio non è il bene di tutti e che quindi dare una definizione di bene e male è impossibile, un realtivista più attento, invece si limiterebbe a sostenere che è solo l'esempio di chi ci è vicino, prossimo a poter darci un'idea di bene e di male. Allora, anche se relativista non mi sento affatto proviamo a seguire l'esempio di quello più attento e scopriremo che la condizione di vita di noi partenopei non è vicina, prossima a nessuna condizione di nessun paese di nessuna parte del mondo. Perdipiù quello che fa ancora più paura è che non è tanto la condizione a doverci spaventare ma il nostro modo di ragionare e di rimanere in silenzio. In passato ho scritto in riferimento alla mia città (vedi lettera al manifesto in contrapposizione all'articolo di Andrea Fabozzi) che l'unico nostro dovere è quello dell'onestà.

Adesso visto che le mie opinioni hanno subito un invecchiamento faccio riferimento solo al mio metodo che mi impone di ribadire che la mia opinione non è giusta perchè volontà della maggioranza o altro ma semplicemente perchè l'ho fatta mia. Se fosse l'opinione della maggioranza forse adesso non saremmo ridotti così e la democrazia potrebbe esserci utile, ma visto che non lo diverrà mai per un difetto di fondo nella capacità di ragionare del popolo napoletano allora mi limito solo a constatare che sarà impossibile farla trionfare per difetto di forza. Visto che il mondo si basa comunque sulla legge del più forte, l'unica legge dimostrata scientificamente in natura, allora mi viene da pensare che per provvedere alla rimozione dei difetti della nostra città la mia opinione ed io (ma anche chi la pensa come me) debbano diventare più forti cioè essere capaci di imporsi con la morale o la potenza fisica, è per questo che la visione di democrazia come valore in se si eclissa dietro alla mera evidenza dell'impossibile dono di giustizia che essa può fare. Sarebbe come legittimare un paese di cannibali solo perchè la maggioranza di essi ha l'uso di mangiare altri uomini. E miei cari sostenitori del tradizionismo (nuova parola coniata dal sottoscritto per indicare coloro che legittimano le tradizioni senza considerare se sono giuste o sbagliate) la vostra idea morirà ancor prima di nascere perchè verrete fagocitati dagli stessi che voi difendete; perchè io in fondo penso che in ogni caso divorare un essere umano sia sbagliato , è solo la mia opinione, ma basta per concludere questo scritto che in fondo appartiene a me e solo a me.

Claudio
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