Italian...for italians...
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Dove finisce l'umanità può iniziare la vita nuova...ma dove questa vita nuova non inizia e compare solo la morte allora vuol dire che abbiam fallito tutti.
Abbiamo fallito quando pensavamo che si potesse recuperare, quando abbiamo iniziato a voltare il viso verso altri interessi, troppo diversi dal procedere sulla via della coerenza. Abbiamo sbagliato a non avere paura avanti alle armi, o ad essere spavaldi camminando per i vicoli disastrati e malfamati della nostra città. Abbiamo sbagliato a pensare che le cose sarebbero cambiate, perché in realtà non lo volevamo. Non volevamo che cambiassero ne volevamo che finissero, in nostro desiderio era solo la continua reiterazione di questo male, questo cancro che ci sta mangiando, e di giorno in giorno porta via come un ladro nella notte un pezzo della nostra vita.
E qualche volta abbiamo sperato di poterlo contrastare con la terapia, con la chirurgia, con l'analisi. Ma la medicina ordinaria non funziona, ed è evidente che non avrebbe mai funzionato, ma è meno dolorosa, sicuramente meno dolorosa dell'ammettere che la causa di quel cancro non era esterna, ma era proprio dentro di noi, congenita. Farla andar via vorrebbe dire rinunciare ad un pezzo di noi stessi, vorrebbe dire distruggere la razza, compiere un olocausto, non funzionerebbe. E allora cosa fare? Se estirpare è troppo difficile ed il cancro si è ormai tanto diffuso e persino legittimato da un sentimento democratico solo nella convenienza allora non c'è che porvi fine con la sua esclusione...con il distacco della parte malata dalla parte sana, fino a che questa diventi la maggiore e sia capace di sostenersi da se.
C'è chi ha preso la democrazia come un valore in se, la libertà come un valore in se, io non ci credo. Io credo solo che la politica sia una continua lotta tra il bene e il male...e che il bene lo vogliate chiamare Dio e il male Anticristo, per me va bene, mi va bene che lo chiamate Allah o Diavolo, Giuda o Demonio, per me fa esattamente lo stesso. Per me politica è far trionfare il bene sul male. Ma il bene di chi? Il bene per me? Il bene comune? Il meno attento e forse il più ignorante dei relativisti obietterebbe che il bene mio non è il bene di tutti e che quindi dare una definizione di bene e male è impossibile, un realtivista più attento, invece si limiterebbe a sostenere che è solo l'esempio di chi ci è vicino, prossimo a poter darci un'idea di bene e di male. Allora, anche se relativista non mi sento affatto proviamo a seguire l'esempio di quello più attento e scopriremo che la condizione di vita di noi partenopei non è vicina, prossima a nessuna condizione di nessun paese di nessuna parte del mondo. Perdipiù quello che fa ancora più paura è che non è tanto la condizione a doverci spaventare ma il nostro modo di ragionare e di rimanere in silenzio. In passato ho scritto in riferimento alla mia città (vedi lettera al manifesto in contrapposizione all'articolo di Andrea Fabozzi) che l'unico nostro dovere è quello dell'onestà.
Adesso visto che le mie opinioni hanno subito un invecchiamento faccio riferimento solo al mio metodo che mi impone di ribadire che la mia opinione non è giusta perchè volontà della maggioranza o altro ma semplicemente perchè l'ho fatta mia. Se fosse l'opinione della maggioranza forse adesso non saremmo ridotti così e la democrazia potrebbe esserci utile, ma visto che non lo diverrà mai per un difetto di fondo nella capacità di ragionare del popolo napoletano allora mi limito solo a constatare che sarà impossibile farla trionfare per difetto di forza. Visto che il mondo si basa comunque sulla legge del più forte, l'unica legge dimostrata scientificamente in natura, allora mi viene da pensare che per provvedere alla rimozione dei difetti della nostra città la mia opinione ed io (ma anche chi la pensa come me) debbano diventare più forti cioè essere capaci di imporsi con la morale o la potenza fisica, è per questo che la visione di democrazia come valore in se si eclissa dietro alla mera evidenza dell'impossibile dono di giustizia che essa può fare. Sarebbe come legittimare un paese di cannibali solo perchè la maggioranza di essi ha l'uso di mangiare altri uomini. E miei cari sostenitori del tradizionismo (nuova parola coniata dal sottoscritto per indicare coloro che legittimano le tradizioni senza considerare se sono giuste o sbagliate) la vostra idea morirà ancor prima di nascere perchè verrete fagocitati dagli stessi che voi difendete; perchè io in fondo penso che in ogni caso divorare un essere umano sia sbagliato , è solo la mia opinione, ma basta per concludere questo scritto che in fondo appartiene a me e solo a me.
Claudio